Due mondi così vicini
Arte e cioccolato: due forme d’espressione che si incontrano
L’arte e il cioccolato sono due forme d’espressione che, a prima vista, potrebbero sembrare agli antipodi. L’arte è un’espressione di bellezza e creatività, mentre il cioccolato è un alimento, un piacere per il palato. Tuttavia, se si osservano più da vicino, le due realtà presentano molte analogie.
Un’espressione della creatività
Innanzitutto, sia l’arte che il cioccolato sono espressioni della creatività umana. Un artista, attraverso la sua opera, dà vita a un’idea, a un concetto, a un’emozione. Un maestro cioccolatiere, attraverso la sua arte, crea un prodotto che è allo stesso tempo buono da mangiare e bello da vedere.
Un’espressione delle emozioni
L’arte e il cioccolato possono anche essere visti come espressioni delle emozioni umane. Un’opera d’arte può suscitare in noi una varietà di emozioni, come gioia, tristezza, rabbia, amore. Allo stesso modo, il cioccolato può essere un alimento che ci fa sentire felici, confortati, eccitati.
Un’espressione della cultura
Arte e cioccolato sono anche espressioni della cultura umana. L’arte, in tutte le sue forme, è una parte integrante di ogni cultura. Il cioccolato, invece, ha una storia e una tradizione che si intrecciano con la storia e la cultura di molti popoli.
Un’espressione del piacere
Infine, arte e cioccolato sono entrambi espressioni del piacere. Un’opera d’arte può essere un’esperienza sensoriale e intellettuale che ci regala momenti di gioia e di bellezza. Il cioccolato, invece, è un alimento che ci dà piacere al palato e ci fa sentire bene.
Ecco perché…
…Abbiamo deciso di proporvi ancora una volta un accostamento fra arte e cioccolato. Questa volta siamo passati dalla scultura all’arte visiva, avvalendoci dei disegni di Giulio Schiavo, pittore torinese dal talento indiscusso, che spazia dai grandi classici alla rivisitazione di opere più moderne, per non parlare ovviamente della sua produzione inedita, che potete vedere sul suo account Instagram, qui.
“Il cioccolato è l’arte in forma commestibile.” – Jean Anthelme Brillat-Savarin